il libro

SENZA TARGAper non morire la seconda volta di ‘ndrangheta, è un viaggio nella Calabria della buonavita, quella che cerca ogni giorno di sopravvivere alla malavita. Un viaggio intenso e corale, raccontato da due voci fuori dal coro, per scelta.

Partendo dagli estremi della penisola italiana ci siamo messi a cercare. Il tempo perduto, forse. Quello perso da noi, quello perso da altri. La testa piena di quel tanto, di quel troppo che avevamo visto, ascoltato, sentito, letto. Così troppo da averne perso spesso la memoria. Capita anche a voi, ne siamo certi: liberate spazi di memoria per i nuovi ricordi. Non potendo fare un upgrade, facciamo un reset. I nuovi ricordi entrano facili, si sistemano per benino, mettono su casa. Poi anche loro diventano vecchi, anche loro devono essere gettati per creare spazi in cui i nuovi ricordi possano invecchiare.

Eccolo, il tempo perso. Quello perso a soffocare i vecchi ricordi per incastrare quelli nuovi, che nel frattempo diventano vecchi, e devono essere soffocati per i nuovi incastri. Arriva un momento in cui nessuno ha più voglia di soffocare e incastrare. Arriva un momento in cui senza perdere altro tempo, neppure per prenderne coscienza, si decide di smettere ogni rapporto con i ricordi. Di passarli direttamente nel limbo del dimenticatoio. Una sola fatica invece che un rito meccanico e faticoso che porterebbe comunque alla stessa meta. Meno tempo perso.

A proposito di tempo perduto. Secondo Proust «la realtà non si forma che nella memoria». Forse questa realtà è così sformata e priva di coerenza, oltre che di identità, perché non abbiamo più memoria? perché abbiamo deciso, o qualcuno ha deciso per noi, che è meglio non averne?

ISBN 9788897656050
336 pagine
brossura cucita a filo refe, cover patinata e lucidata a spot
formato 14×21 con bandelle interne, patinato
illustrazione di copertina: Caterina Luciano

sabbiarossa EDIZIONI – collana RIFLESSIONI [R.2]
I ed luglio 2012 – € 15

senza targa non è un saggio, non è un romanzo, non è un diario: è un po’ di ciascuna forma letteraria, un percorso a due in cui ai dodici ritratti di Calabria si sovrappongono e mescolano tanti altri ritratti di una terra che ti fa bollire il sangue, proprio come il suo sole e la sua disarmonica armonia.
Come su una tela in contrasto con la Cacania e gli uomini senza qualità di Musil, dove si sovrappongono i grigi e i neri della malavita, emergono i colori e i bianchi di chi ha scelto la Calabria della buonavita. Le donne, innanzitutto. Donne-sindaco: Maria Carmela Lanzetta ed Elisabetta Tripodi. Mimose sciolte nell’acido: Lea Garofalo, attraverso la denuncia della sorella Marisa, Maria Concetta Cacciola, Angela Costantino, Tita Boccafusca, e con loro Orsola Fallara e Giuseppina Pesce. Tra i chiari e gli scuri, i professionisti e i professionismi dell’antimafia.

E poi il viaggio: la Calabria attraverso i nostri 12 apostoli.